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Albertina al ritorno dal cimitero, ormai rauca parcheggiò il fuoristrada accanto alla caserma dei carabinieri, per parlare con urgenza al maresciallo.
Quando finì di raccontare, Falbo chiese all’appuntato che ancora stava battendo sulla macchina da scrivere le ultime parole: “Sapete dove abita, vero?”
“Sì.”
“Andate ad arrestarlo.”
Poi alla Pasetti: “Stia tranquilla ora! Arrivederci.”
Quella fu l’ultima sera in cui Albertina fu creduta viva. Non si seppe esattamente cosa successe.
Ma un garzone che era alla villa per cambiare la bombola del gas disse di averla vista camminare sul ciglio della rupe dietro il casale, appesantita da una cosa piatta avvolta in una stoffa rossa, che a fatica reggeva appoggiata alla pancia con le braccia stiracchiate.
Sembrava voler lanciare nel baratro quel peso. Invece era scivolata ed era volata nel precipizio col suo rosso fardello, schiantandosi sulle rocce.