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Il pomeriggio era soleggiato, l’orizzonte terso, con quattro nuvole appese ad essiccare.
Alessandro poltriva al suo scrittoio settecentesco, affollato confusamente. Si soccorse caricando con la chiavetta il cagnolino di latta, che funzionava muovendo testa e coda.
Sempre trasferito e soprappensiero, prese un foglio e cominciò a scrivere. Riempì le due facciate, come sotto dettatura, senza rileggere una parola. Infilò il foglio in una busta e la incollò, quindi l’indirizzo:
Ad Alessandro Corallo
Casale della luna
SEMELIA (Catanzaro).
Dalla finestra notò che il cielo ammassava le nuvole di riserva a est, per un pronto intervento di pioggia.