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Albertina non cambiò mai idea di dormire in camera da sola, ma non per questo, a suo modo, non era disponibile, anche se da freddo binario di manovra.
Alessandro bussava leggero e entrava, lei posava il libro sul comodino, infilava le mani sotto le lenzuola e si tirava su la camicia da notte, arrochiva la voce per fingere in caso sbuffi gutturali di piacere.
Fino all’occasione in cui lui si accorse, mentre si levava, che lei aveva già ripreso il volume, l’odio.
La sera dopo Alessandro bussò appena, come lo vide lei posò il libro, infilò le mani sotto le lenzuola e si tirò su la camicia da notte. Lui rimase sulla porta, come uno sdegnoso accattone di diletti corporali, risalutò e se ne andò. Lei riaprì anche il testo, indifferente.
Dopo due lune Alessandro bussò debolmente, come lo vide lei posò il libro sul comodino, infilò le mani sotto le lenzuola e si tirò su la camicia da notte. Lui esitò sulla porta, poi la richiuse e se ne allontanò. Albertina quella sera non riprese il libro, restò con la camicia da notte tirata su e le cosce divaricate fino al mattino.
Alessandro non bussò mai più alla sua stanza.