L’appuntato Voci stentava ad addormentarsi, la sera della serpe. Strisciava qua e là nell’insonnia. Non riusciva a trovare una posizione ai piedi, li strofinava, come la lampada del genio, che parlò con la voce della moglie: “Ti stai fermo, uffa!” Anche l’ostilità era sveglia sotto le lenzuola, proveniente dalla schiena di lei.

Il cervello riprese a vagliare alcuni fotogrammi della figura che si era dileguata verso il torrente, imboscandosi tra le eriche e i rovi.

Ada si mosse, e lui avvertì incombere quel suo grosso didietro come un baluardo di difesa, anzi quella sera non ci aveva piazzato sopra il mal di testa, come un mitra per falciare sul nascere qualsiasi iniziativa.

Quindi non poteva essere il rampollo del mugnaio, un nanerottolo, né quel fannullone di Mimmo, allampanato come una iella.

Anche la moglie era magra all’inizio. Certo con gli anni aveva rinforzato la postazione di retroguardia, che torreggiava sul campo nuziale, come un monito alla rinuncia. Come un muro di valutazione, si ingegnò lui, mentre con l’immaginazione costringeva i giovani di Semelia ad uscire dalla finestra del casino e a correre per il pendio. Chi rassomigliava a quello intravisto realmente?

Un’irruzione sull’altro versante della sua signora? Quasi quasi. Lì oltre il bastione intrattabile, lei aveva quella ciccia lievitata dalla dolcezza, quel suo sapore delle cose buone fatte al forno. Lei sembrava raccogliere tutti gli odori della casa, lei era la casa.

Continuò ad esaminare le probabilità. Membro di una giuria indecisa andò a pisciare. Uscito dal bagno diede un’occhiata nella camera dei ragazzi, i due piccoli carabinieri erano coperti. Sulla porta non delimitò i contorni di quel sederone di lei, che sembrava espandersi a dismisura, spense la luce, la fioca intenzione, e si affrettò a ritagliarsi un pezzo di materasso, prima che quel mostro lo occupasse tutto.

“Dormono?” mammosa.

“Sì.”

“Buonanotte!” con il tono di chi si trincera dietro il divieto, con l’artiglieria pronta.

Voci rassegnato rivide il filmato dei selezionati ed estrasse una conclusione. Comunque bisognava verificare, per cui la mattina dopo avrebbe gettato un’esca, andando a messa.