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Il terzo giorno dopo l’omicidio, il maresciallo istituì un turno fisso: l’assassino poteva sempre effettuare una sortita. Attratto non dal luogo del delitto, ma dalla Pasetti, magari per ritentare lo stupro.
Difatti Albertina, mentre leggeva un saggio di mitologia fenicia, sentì uno scalpiccio sulle scale. Il silenzio era concentrato e in villa non c’era nessuno. Anche a Caterina era stato imposto un mese di ferie. Non aveva certo appuntamenti a mezzanotte!
I passi calpestavano già il corridoio. Lei balzò fuori dal testo, gli dei s’incontrarono nel crocevia del suo cervello, in un convegno di paure. Tirò istintivamente su la coperta, per protezione.
I passi avanzavano. Si rese conto di essere senza difesa, intanto una gelida fifa la pervadeva fino ai piedi, non aveva niente con cui lottare, solo il lume acceso.
I passi erano vicinissimi. Poteva buttarsi giù dalla finestra sperando nella sorte. Tremava.
I passi si fermarono alla porta. Vide la maniglia abbassarsi. Per un attimo riprese la linea della lucidità, scorgendo il telefono sul comodino. Avvertì la pressione ignota sul pomello, sullo stomaco. Urlò, alla cornetta: “Maresciallo ho uno sconosciuto alla porta, corra. Appena apre gli sparo in bocca con la rivoltella.” Sbatté il telefono per dare plausibilità alla messinscena, impugnò il libro come fosse una pistola. Ansimava rilegata dalla strizza. La maniglia risalì alla posizione di chiusura. Poi uno strepitio soffocato.
I passi di nuovo nel corridoio, si allontanavano. Poi nulla. Rimase in attesa ancora, il silenzio rioccupava il casino, il suo corpo. Imbavagliata dallo spavento, si addormentò verso le ore piccole, e neanche completamente, un brivido sgradevole la scuoteva ad intermittenza come una sveglia.
La mattina trovò davanti alla sua camera una gallina sgozzata, sul pavimento il sangue era ormai un tuorlo scuro. L’afferrò da una zampa e la lanciò nel baratro, e pulì: quello spettacolo, quel messaggio la terrorizzava.
E non disse ad alcuno.
Quella sera si licenziò un altro sospetto del maresciallo, seppe, dopo averlo fatto pedinare, che il giovane carabiniere di riposo si rintanava nell’alcova di una vedova ancora succosa.