Falbo dispose di investigare i turisti in paese a settembre, dopo l’ondata dei villeggianti, ma fu come cercare nessuno.

Il coltello non era stato trovato, altri reperti non ce n’erano. La pioggia aveva cancellato le tracce.

La questione che più assillava il maresciallo era perché il pastore maremmano non aveva fatto la guardia. A causa del nubifragio non si era accorto di nulla? Non aveva visto l’omicida? Ammesso che gli fosse ignoto. D’altra parte tutta quella gente che veniva al cinema nelle scuderie la domenica era in confidenza col cane. Quindi l’assassino non doveva essere un vacanziere, era di Semelia, ma poteva essere chiunque. I maschi della cittadina erano sospettabili, allora. Anche i suoi carabinieri. L’unico che si sentiva di escludere con sicurezza era se stesso.

Massaggiandosi il gozzo, controllò i turni e all’improvviso gli sovvenne che uno dei tre a riposo non era stato possibile reperirlo in quell’emergenza. Quando cercò amichevolmente di curiosare, il giovane carabiniere si abbottonò in risposte vaghe, incongruenti. Troppo.