Alessandro nacque dopo quindici mesi di matrimonio e Chiara fu felice come una mamma.

Anche Ruggero che lo aveva cullato timoroso in braccio, mentre la moglie gli diceva: “Promettimi che non avrai scatti d’ira con lui. Non sai quanto me la pagheresti cara!” E lui a momenti si adirava per quella richiesta che riteneva inutile.

Il nuovo componente mutò totalmente la quotidianità, la vita sulla collina. Ma Chiara non trascurò affatto il marito e appena si sentì pronta, la notte ricominciò a sperperarselo nel cuore e addosso più donna sua di prima.

Alessandro avrebbe ricordato sempre le coccole dei genitori sul letto grande, la loro gioia di crescerlo. E quando il padre se lo portava per il paese, stretto tra le gambe e con un cappellino nero, sulla carrozza lanciata da due cavalli neri.